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Protocollo di Kyoto


Che cos’è il Protocollo di Kyoto?

Protocollo di Kyoto, logo

Protocollo di Kyoto

Il protocollo di Kyoto è un accordo internazionale in materia ambientale sui cambiamenti climatici, adottato a Kyoto (città giapponese da cui prende il nome), l’11 dicembre 1997, durante la Terza Conferenza delle Parti (COP3) della Convenzione Quadro sui Cambiamenti Climatici delle Nazioni Unite (UNFCCC).

Il Protocollo, sottoscritto da 141 nazioni, è entrato in vigore il 16 febbraio 2005 a seguito della ratifica della Russia. Per l’entrata in vigore, il Protocollo doveva infatti essere ratificato da almeno 55 paesi, tra i quali un numero di Paesi industrializzati (Annesso I) che nel 1990 avevano emesso almeno il 55% della anidride carbonica (CO2) equivalente totale.

Il 1° gennaio 2008 è iniziato il periodo di adempimento del Protocollo di Kyoto.

Ecco il testo ufficiale del protocollo di Kyoto:
Kyoto Protocol to the United Nations Framework Convention on Climate Change
http://unfccc.int/resource/docs/convkp/kpeng.pdf

Paesi aderenti al Protocollo di Kyoto

I Paesi industrializzati (Annesso I) sono: Australia, Austria, Bielorussia, Belgio, Bulgaria, Canada, Croazia, Danimarca, Estonia, Federazione Russa, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Islanda, Irlanda, Italia, Giappone, Lettonia, Liechtenstein, Lituania, Lussemburgo, Monaco, Norvegia, Nuova Zelanda, Olanda, Polonia, Portogallo, Regno Unito, Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Stati Uniti d’America, Svezia, Svizzera, Turchia, Ucraina, Ungheria, Unione Europea.
Attualmente, tra i Paesi industrializzati, solo gli Stati Uniti non hanno aderito al Protocollo di Kyoto.

Con il 1° gennaio 2008 è iniziato il periodo di adempimento del Protocollo di Kyoto.

Consultare per approfondimenti la Tabella degli Stati che hanno ratificato il protocollo di Kyoto: http://unfccc.int/kyoto_protocol/status_of_ratification/items/2613.php

Cosa comporta il Protocollo di Kyoto?

Il protocollo di Kyoto è il primo strumento di attuazione della Convenzione Quadro sui Cambiamenti Climatici e prevede il vincolo per i Paesi industrializzati di ridurre le emissioni dei gas serra del 5,2% nel periodo 2008 – 2012 rispetto alle emissioni del 1990.

Il Protocollo non prevede impegni per i Paesi in Via di Sviluppo in osservanza del principio di equità.

Il protocollo di Kyoto prevede per l’Unione Europea un taglio delle emissioni di gas serra dell’8% rispetto alle emissioni del 1990.

Stando all’ultimo Rapporto dell’Agenzia Europea dell’Ambiente (“Greenhouse gas emission trends and projections in Europe 2007“) le emissioni dell’UE15 nel 2005 sono state ridotte del 2% rispetto ai valori del 1990. Il Rapporto prevede anche che l’Unione Europea, nel caso dia attuazione a tutte le misure aggiuntive previste, è in grado di rispettare gli impegni di riduzione.

Gli Stati membri con maggiori difficoltà a rispettare i propri impegni sono la Danimarca, la Spagna e l’Italia, che rappresenta il terzo paese emettitore dell’Unione europea.

I paesi hanno accettato obiettivi diversi all’interno di questo impegno globale per ridurre i gas causa dell’effetto serra e del riscaldamento globale.

Ai partecipanti al Protocollo di Kyoto sarà permesso di ridurre le proprie emissioni a livello nazionale e/o di avvalersi dei cosiddetti “meccanismi flessibili“, Commercio delle Emissioni (Emission Trading – ET), Meccanismi di Sviluppo Pulito (Clean Development Mechanism- CDM) e Attuazione Congiunta (Join Implementation – JM), e conteggiare per il proprio obiettivo anche il carbonio assorbito nei cosiddetti “serbatoi” (sinks), come le foreste e le coltivazioni agricole.

I paesi che non soddisfano i propri obiettivi verranno multati.

Il protocollo di Kyoto in Italia

L’Italia ha ratificato il Protocollo con la legge n. 120 del 1 giugno 2002 in cui viene illustrato il Piano nazionale per la riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra.

L’obiettivo di riduzione per l’Italia è pari al 6,5% rispetto ai livelli del 1990. Pertanto, tenendo conto dei dati registrati al 1990, la quantità di emissioni assegnate all’Italia non potrà eccedere nel periodo 2008-2012 il valore di 487,1 Mt CO2 eq (valore obiettivo per l’Italia).

Tale obiettivo risulta abbastanza ambizioso, sia perché l’Italia è caratterizzata da una bassa intensità energetica, sia in funzione del fatto che dal 1990 ad oggi le emissioni italiane di gas serra sono già notevolmente aumentate e, senza l’applicazione di politiche e misure nazionali, sono destinate a crescere ancora.

Tenendo conto dello scenario di riferimento al 2010, rispetto all’obiettivo di riferimento esiste un divario di circa 41 Mt CO2 eq. e quindi si rende necessario individuare ulteriori politiche e misure per ridurre i livelli di emissione.

Scenari di emissione e obiettivo di riduzione al 2008-2012 (Mt CO2 eq)

  • Scenario tendenziale: 579,7;
  • Scenario di riferimento: 528,1;
  • Obiettivo di emissione: 487,1;
  • Ulteriore riduzione necessaria per il raggiungimento dell’obiettivo: 41,0.

Tabella dei valori di emissioni di CO2 tendenziali e di riferimento in Italia (Fonte dati: Ministero Ambiente)

Protocollo di Kyoto Italia

Emissioni di CO2 in Italia




L’Italia è a rischio multa se non riuscirà a mettere in atto tutte le azioni programmatiche previste

Il piano nazionale di riduzione delle emissioni prevede un utilizzo dei meccanismi flessibili ,che permette costi più contenuti, così suddiviso:

  • misure approvate o decise nel settore pubblico incluse nello scenario di riferimento che dovrebbero portare crediti di carbonio da JI e CDM per un totale di 12 Mt CO2 eq./anno nel periodo 2008-2012;
  • misure nel settore privato incluse nello scenario di riferimento il cui ammontare sarà determinato dai limiti settoriali imposti a livello nazionale e dalla presenza di incentivi del mercato;
  • opzioni addizionali per l’impiego dei meccanismi che potranno comportare una riduzione potenziale compresa fra 20 e 48 Mt CO2 eq./anno.

Interventi di afforestazione e riforestazione sono misure del settore agricolo e forestale in grado di assorbire anidride carbonica e quindi ridurre il quantitativo globalmente emesso in atmosfera. Sulla base del piano nazionale di riduzione queste misure dovrebbero consentire una riduzione equivalente di emissioni pari a 10,2 Mt.